Lo sport oggi è inteso come tutto ciò che, in modo ricreativo, implica un movimento del nostro corpo. Quando si alza il livello della competizione nello sport, questo si trasforma in agonismo. Altrimenti si parla di sport amatoriale. Uno ha bisogno di allenamenti specifici, qualità tecniche, luoghi appositi e preparazione tecnica. L’altro può e deve essere svolto ovunque e liberamente.
Quest’anno proprio lo sport in Italia è tornato alla ribalta grazie a tutte le enormi soddisfazioni che i nostri atleti hanno conseguito alle Olimpiadi svolte a Tokyo. Un evento splendido che ogni quattro anni punta i riflettori su sport noti o meno, individuali o di squadra, con giochi per normodotati ed una olimpiade per chi non lo è (anche le paralimpiadi si sono rivelate di grande soddisfazione ed interesse a livello numerico sul medagliere e non).
A queste Olimpiadi di Tokyo 2020 (2021) nello specifico il nostro paese si posiziona decimo nella classifica mondiale con 40 medaglie, raggiungendo i record di velocità (cento metri) e altezza (salto in alto). Ma quest’anno i risultati italiani (sportivamente parlando) non si fermano soltanto a questo: l’Italia è campione d’Europa in ambito calcistico, oltre oceano invece Marvin Vettori ha sfiorato il titolo di campione della sua categoria in UFC (la più grande e famosa organizzazione di mma) e sempre in America Andrea Presti dopo 28 anni di assenza da parte di atleti italiani, si è qualificato come partecipante alla gara del Mister Olympia (la più importante gara di culturismo al mondo).
Nonostante questi enormi ed incredibili risultati portati da altrettanto grandi atleti, nello stesso anno e nello stesso paese, lo sport viene ancora vissuto in modo controverso.
Allora Il valore dello sport qual’è?
Lo sport in questo caso è diventato anche economia, marketing, sponsor. Tutti ne hanno giovato e tutti si sono congratulati con coloro i quali, con perseveranza e fatica dei veri agonisti l’hanno reso possibile. Ma proprio per questo possiamo osservare come la visione che si ha dello sport e del fitness forse è ancora troppo relegata all’idea di calcetto, sale pesi e corsi di musica latino americana da una parte, ed il grande campione solitario dall’altra.
Beh il fitness oggi è molto più di questo. Allora lo sport è solo sport di squadra? Lo sport è calcio, rugby e corsa? Oppure è solo fatto dai nomi di chi vince? Lo sport è solo agonismo? Solo risultato di un gesto tecnico fatto da un fuoriclasse?
Dietro ad ogni atleta che ha vinto (e non) ci sono preparatori di ogni sorta e competenza: preparatori atletici, preparatori tecnici, partner sportivi. Allenamenti interdisciplinari e multidisciplinari. Ci sono nutrizionisti, coach, motivatori psicologici, massaggiatori, insomma, veri e propri team dalle più disparate specifiche tecniche perché, un agonista, un atleta, uno sportivo vincente è uno sportivo completo. In più, per poterlo fare e poterlo essere, oggi più che mai lo sport ha bisogno anche della scienza. Le tesi e le varie preparazioni vengono fatte anche attraverso studi ed analisi che si sviluppano esattamente come gli studi scientifici medici, avvalorando o no le diverse tesi.
Insomma lo sport oggi non è più quello a cui ci siamo fermati nel nostro immaginario, seppur romantico. Questo è uno dei motivi per cui lo sport di base ha ancora così poco valore intrinseco e durante una crisi viene calcolato come qualcosa di superfluo da poter accantonare.
Lo sport agonistico parte dallo “Sport di base” ed ogni atleta di punta è stato prima di tutto un ragazzino appassionato del suo sport. Ma partiamo dalle basi (appunto) dando delle definizioni che rendano l’immagine istantanea di come e cosa sia questo grande mondo del fitness.
La differenza fra sport di base ed attività motoria di base è che la seconda, con le linee guida dell’OMS, è regolamentata come attività di qualsiasi genere e forma, con unica prerogativa d’avere un impiego energetico maggiore (in qualsiasi misura) a quello che si ha a riposo. Questa definizione è valida ma non bastevole per poter definire cos’è lo sport. E soprattutto non è ciò di cui ne il nostro corpo, ne la nostra socialità ha bisogno.
È davvero utile definire lo sport come quella qualsiasi attività che ci fa faticare un pochino di più? La risposta è no. Le definizioni tecniche sono utili ma a volte non bastano. Potremmo addentrarci anche nella spiegazione delle definizioni e differenze tecniche fra attività dilettantistica ed attività ludico motoria, o quella ludico amatoriale. Ma incapperemo negli stessi problemi e se vogliamo paradossi, definendo perfettamente le idee ma non la pratica.
Parliamo invece dell’anello più grande, quello dentro il quale viene raccolto tutto ciò di cui stiamo parlando: attività fisica e movimento.
Questo ha delle norme e regole che la delineano, così come la strutturano per renderla efficace, nel suo intento, per il nostro corpo e la nostra socialità, con la finalità d’essere non superfluo ma anzi essenziale e benefico. Che una persona vada a correre sotto casa, si alleni in palestra, faccia sport di contatto o di squadra, che faccia sport estremi o no, l’importante è muoversi!
Troppo spesso le persone si preoccupano di fare le cose al meglio invece di farle e basta, soprattutto quando si tratta e si parla di sport. Tutti noi abbiamo ricercato la competizione, il risultato, l’agonismo in qualche modo nello sport che abbiamo praticato (qualsiasi esso sia stato). E se da una parte questo aspetto è sano e fa parte del modo di pensare dell’uomo per conformazione, dall’altro fuorvia fortemente da ciò che è dentro il significato di quello che stiamo facendo, ovvero fare del bene al nostro corpo. La sedentarietà è la base, il tassello più grande della piramide da scalare per rendere il nostro corpo e la nostra mente felice. La sedentarietà invece è tutto ciò che proprio il corpo e la mente non vogliono, tutto ciò che ci può rendere peggiori e non migliori. Quindi se la risposta alla domanda “Quale sport state facendo?” è “nessuno”, allora sapete che è la risposta sbagliata! L’importante è muoversi ed allora troviamo il modo per farlo.
Sognare d’essere un grande campione è legittimo. Aspirare al podio in egual modo. Il fascino del trofeo e della trasformazione personale attraverso lo sport è atavico. Ma non dobbiamo mai dimenticare che tutto ciò inizia con la volontà di farlo, di fare il primo passo. Muoversi bene, muoversi con cognizione, ma alla base MUOVERSI!