Quanto ci muoviamo?
Per capire quanto ci muoviamo ai giorni nostri dobbiamo parlare di numeri, fatti e citazioni autorevoli. Qui infatti possiamo avere un quadro appropriato e realistico della situazione e dichiarare con fermezza che: non solo ci muoviamo poco (o meno) rispetto al passato, ma spesso anche quando ci muoviamo, lo facciamo male o peggio.
Infatti il Ministero della Salute dichiara che, in alcuni Paesi i livelli di inattività possono arrivare fino al 70%, a causa del cambiamento dei modelli di trasporto, dell’aumento dell’uso della tecnologia e dell’urbanizzazione.
Il nostro corpo si è evoluto per millenni in un mondo privo di automatismi tecnici e meccanici dovuti alle grandi innovazioni tecnologiche come quelle che accompagnano la nostra vita in questi ultimi decenni più che mai, ma a prescindere dalla tecnologia ed il suo avanzamento una cosa è certa: il nostro corpo non è progettato per stare fermo!
È necessario per i giovani lo sport?
Per quanto riguarda i giovani possiamo trovare anche un’altra fonte autorevole (Aaron Kandola dello University College di Londra, nello studio pubblicato da The Lancet Psychiatry) che ci aiuta a trovare altri spunti:
“I giovani devono ridurre la sedentarietà e aumentare una attività fisica leggera durante l’adolescenza, un momento in cui tende a verificarsi il contrario. Questo ridurrebbe rischio di depressione in futuro. La maggior parte dei bambini non dovrebbe avere problemi a trovare 60 minuti al giorno per l’attività fisica, in qualunque sua forma”.
Parliamo di sedentarietà
Perchè come abbiamo detto è lo scoglio più grande da superare, il primo passo da fare. Ciò che rende questo scoglio ancora più grande da oltrepassare è la capacità del nostro cervello a ragionare per ”risparmio energetico” ed il fatto che (purtroppo) sappiamo e siamo consapevoli che l’attività che dobbiamo fare sarà faticosa. Il nostro io profondo ci porta a pensare:
Perchè dovrei scambiare il dolce far niente sul divano con dell’attività fisica che fa sudare, faticare, perdere liquidi, rischiando anche di farmi male?
Beh una risposta potremmo iniziare a cercarla qui:
L’esercizio fisico è stato collegato alla neurogenesi (formazione di nuove cellule cerebrali) e alla neuroplasticità (capacità del cervello di ricablare e stabilire nuove connessioni), che può essere protettiva per la salute mentale — Ci dice Karmel Choi, ricercatore presso il Massachusetts General Hospital e Harvard Th Chan School of Public Health di Boston, autore di un commento che accompagna lo studio. Quanto più le persone svolgono attività fisica, tanto più i loro corpi tendono a essere meno reattivi allo stress e mostrano livelli più bassi di infiammazione”.
Oppure la risposta possiamo cercarla anche qui:
L’Università del Texas, durante una meta-analisi che ha coinvolto oltre 700 mila casi e oltre 25 mila eventi cardiovascolari, ha concluso che chi sta seduto oltre 10 ore al giorno ha l’8% in più di rischio cardiovascolare rispetto a chi non oltrepassa le tre ore. Mentre chi non si alza dalla sedia per mezza giornata ha una probabilità più alta del 14%.
L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) infatti dichiara che: “uno stile di vita sedentario aumenta le cause di mortalità, raddoppia il rischio di insorgenza di malattie cardiovascolari e diabete, favorisce sovrappeso e obesità, pressione alta, osteoporosi, disturbi del metabolismo, depressione e ansia”.
Come iniziare a fare fitness?
Come invertire la marcia? Con quale sport dovrei iniziare? Come iniziare ad allenarsi da soli?
Come spesso per ogni altra cosa, si inizia dalla consapevolezza. Sapere che non lo stiamo facendo per gli altri ma per noi stessi. Sapere che l’obbiettivo molte volte non c’è, o meglio, è semplicemente stare in forma. Essere consapevoli che l’attività fisica non è un momento ma una ragione per cambiare mentalità e stile di vita.
Il movimento del nostro corpo come reazione a catena ha un forte peso ed impatto anche per la nostra mente. Il vecchio adagio che dice: mens sana in corpore sano, non dovrebbe essere così tanto sottovalutato. Spesso, troppo spesso non ci rendiamo conto di quanto, dopo una blanda o intensa attività fisica, il nostro corpo magari sia stanco ed al contrario la nostra mente attiva, scarica dallo stress, mentre la nostra emotività magari è più stabile. Come ultimo dato nei riguardi dell’impatto sulla psicologia dell’attività fisica possiamo citare l’International Society of Sport Psychology (ISSP) che ha confermato come l’attività fisica sia in grado di apportare miglioramenti psicologici a breve e lungo termine, individuabili in:
- Un positivo cambiamento nella percezione di sé;
- Un incremento dell’energia ed entusiasmo durante lo svolgimento delle attività di tutti i giorni;
- Un maggior stato di prontezza mentale;
- Un aumento del piacere per l’esercizio fisico;
- Un aumento del buon umore e diminuzione dello stato depressivo;
- Una maggiore fiducia in sé stessi.
Seppure le fonti siano così autorevoli e perentorie nelle dichiarazioni da rendere superflua qualsiasi altra dichiarazione o affermazione in merito, non possiamo esentarci dal fermarci (in questo caso solo per un buon motivo) e riflettere su come e quanto lasciamo scorrere il tempo e le occasioni pensando che le cose siano immutabili nel lungo periodo.
Oggi stiamo bene ed allora staremo bene sempre.
Possiamo chiamarlo wellbeing, possiamo chiamarlo progetto Wellness, possiamo definirlo come preferiamo ma, il prendersi cura del proprio corpo e della propria mente, sono i passi più importanti da compiere per la salute di domani. E tutto nasce dalla responsabilità che ognuno di noi ha sulle proprie scelte e decisioni.
Allora che sia qualsiasi sport, che sia qualsiasi movimento, l’importante è essere coscienti che bisogna alzarsi, uscire dalla propria zona di comfort e sfidarsi giorno dopo giorno nel compiere un piccolo sforzo, nel paradossi di farlo contro e a favore di se stessi, nello stesso momento.